dal blog PENSIERI GRAFICI

Newsletter #21 – Dal frastuono al silenzio assordante

UnMuteGaza cover neewsletter Pensieri Grafici di Erica Bortolussi

Metà Inverno 2023/2024 "Dal frastuono al silenzio assordante": questa è la newsletter che ho inviato il 4 febbraio 2024 che parla di podcast, siti web, riviste ed un progetto di attivisimo e fotogiornalismo

UnMuteGaza cover neewsletter Pensieri Grafici di Erica Bortolussi
Metà Inverno 2023/2024 "Dal frastuono al silenzio assordante": questa è la newsletter che ho inviato il 4 febbraio 2024 che parla di podcast, siti web, riviste ed un progetto di attivisimo e fotogiornalismo

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Come ha detto bene il founder di WeRoad, non me ne può fregare di meno di Sanremo (però siamo qui a parlarne. Tecnicamente, nel mio caso, non è neanche così vero, perché da qualche anno ho iniziato a seguirlo, dopo essermi vantata per decenni di non averlo mai visto. Merito della mia amica Tiziana, grande appassionata da sempre, nonché unica che sia riuscita a farmi fare un Fantasanremo lo scorso anno, e merito della strategia di rebranding che la direzione artistica di Amadus ha indubbiamente realizzato.

Obiettivamente possiamo dirlo: Sanremo non è più musica. Se ci interessassero le canzoni basterebbero un paio d’ore di una serata qualunque e le avremmo ascoltate tutte. Invece no: la musica è passata nettamente in secondo (terzo, quarto, ultimo direi) piano ed è rimasta tutta questa bella vetrina di marketing, caciara, spettacolo e comunicazione che ne è venuta fuori.

Del resto per chi lavora nel mondo della comunicazione/marketing/digital è impossibile non leggere e approfondire qualche contenuto in merito: i costi della pubblicità e i brand che ci accompagneranno in questi giorni, le campagne OOH e le operazioni di marketing, anche quelle di cantanti e filosofi (che sulla carta mi sembra sia quella dal contenuto più interessante, almeno per l’argomento).

Sanremo è il motivo per cui la newsletter vi arriva oggi, la domenica prima che inizi la settimana della canzone italiana, per non far cannibalizzare la mia mail da millemila contenuti sanremesi nella vostra casella di posta: da martedì anche io guarderò, osserverò la baraonda che sposta milioni di euro, sdraiata dal divano di casa e dai social, ma questa volta senza guardare la finale. Soprattutto, però, ascolterò IL podcast. 

Ti consiglio 2 podcast

L’indomabile podcast del Post su Sanremo

Cover podcast L'indomabile podcast del Post su Sanremo

l primo link e podcast che ti consiglio questo mese non poteva che essere questo: L’indomabile podcast del Post su Sanremo. Vi dico che la prima puntata, uscita venerdì, si intitola Un’edizione tecnicamente zarra. Divertente, senza filtri, quello che pensiamo ma che non diciamo sui cantanti partecipanti, un po’ di storia, molte risate. Anche per questo, grazie Tiziana, che me lo ha consigliato e con cui commenterò la parte forse più musicale di questo festival.

Non avrai altro Dio

Cover Podcast Non avrai altro Dio

Col secondo podcast invece ti chiedo di fare un salto carpiato e tornare a qualcosa di più serio: sono mesi che cerco di informarmi sul mondo dell’Intelligenza Artificiale, ho iniziato l’anno scorso con un corso sull’AI generativa, e per tutti i mesi successivi ho cercato notizie su questo nuovo boom tecnologico che sta trasformando la nostra era. Prima era un newsletter, poi l’hanno trasformata in un podcast, e Non avrai altro Dio è il risultato di questo progetto giornalistico della giornalista Nicoletta Prandi curato per SenzaFiltro.

La citerò spesso nei miei prossimi contenuti e newsletter. Se pensate che il podcast parli di Chat GPT vi sbagliate: c’è molto molto molto altro, e forse tutti noi faremmo bene ad informarci e capirne qualcosa di più. Questo è il punto di partenza per farlo.


Ti consiglio un link

1,374 Days: My Life With Long Covid

Forse non ce lo ricordiamo, o forse cerchiamo di dimenticarcelo, ma 4 anni fa a quest’ora un virus stava per paralizzare le nostre vite. Un piccolo virus che ha silenziato le nostre città, in cui l’unico suono che proveniva da fuori le finestre era quello delle ambulanze: ne ho il ricordo vivo ancora oggi, insieme ai sentimenti che mi accompagnavano in quei giorni.

Qualcuno fa però fatica a dimenticare cosa sia successo: Giorgia Lupi è una designer che ho già citato in passato, una bravissima Data Storyteller che qualche giorno fa ha raccontato la sua esperienza di “1,374 Days: My Life With Long Covid” con un articolo sul New York Times. Si tratta di un longform raccontato sia a parole che visivamente, con tutti i dati raccolti nel corso di questi lunghi anni passati col Covid e con le estreme conseguenze sulla sua salute, narrate in prima persona perché la protagonista di questa storia è proprio lei.

Sono rimasta affascinata e sconvolta da questo suo personale diario di malattia, ma lo sono ancora di più dalla capacità del New York Times di realizzare questa forma di pagina web che unisce testo e animazione: l’articolo originale è questo, e vi consiglio caldamente di guardarlo.


Ti consiglio un progetto tipografico

Typologie Bleu

Un altro dei progetti che ho finanziato attraverso Kickstarter: questa estate è uscita la prevendita di Typologie bleu édition fonderies britanniques, e dopo aver supportato la prima edizione anni fa non potevo che seguire anche questa.

Attraverso 100 esemplari di caratteri originali provenienti da 26 fonderie, Typologie Bleu, British Foundries Edition è un libro in formato “mazzetta” di font del design tipografico britannico contemporaneo, con una prefazione di Neville Brody. Questa tavolozza tipografica continua la collezione iniziata con la prima Typologie dedicata alle fonderie francesi, e la seconda dedicata alle fonderie svizzere. Vale la pena guardare anche solo il pacchetto in cui l’ho ricevuto.


Ti consiglio una rivista

Mind – febbraio 2024

Mind febbraio 2024

Questa volta dovrai andare in edicola: il consiglio di questo mese è per Mind, una rivista mensile di psicologia, società, salute e neuroscienze. Il numero di questo febbraio parla di colori, e ci racconta come l’apparato visivo cambia in modo sorprendente da una persona all’altra, spiegandoci perché ciascuno di noi percepisce in modo diverso i colori, il potere (e l’interpretazione) dei colori e la connessione con le nostre emozioni. Ricordate l’immagine del vestito blu/nero o bianco/oro che ha fatto tanto parlare di sé nel 2015, sui social e non solo? Ecco, la spiegazione di quell’evento lì.

E questo è solo uno degli articoli interessanti che propone questa rivista: l’ho incontrata sulla mia strada 6 anni fa, quando cercavo spiegazioni sul funzionamento del cervello, e da allora continuo a leggerla con estrema curiosità. È una rivista da leggere nel silenzio di una domenica pomeriggio, con la testa attenta ai contenuti ed il rumore della curiosità che anima il nostro corpo. E la parte più scientifica è spiegata in modo facilmente accessibile. Del resto, deve essere fatta molto molto bene come rivista, per rimanere in vendita all’interno di un’edicola nel 2024. Ma tu ci vai ancora in edicola


Ti consiglio un progetto artistico di attivismo e fotogiornalismo

UnMuteGaza

UnMuteGaza

Ho iniziato con il frastuono che ci accompagnerà per la prossima settimana (e oltre) sull’evento Sanremese, e finisco con il silenzio (assordante) come metafora di un grido di aiuto: ho scoperto su Instagram il bellissimo progetto #UNMUTEGAZA, un movimento che è “ponte tra gli artisti, i fotoreporter che riferiscono a Gaza e le persone nelle strade”.

Illustrazione dell’artista spagnolo @escif basato sull’immagine del fotogiornalista Mahmoud Bassan @mahmoudbassam8 a Gaza, 12 ottobre 2023

Sui media tradizionali, negli ultimi mesi, non si è praticamente vista alcuna fotografia o servizio su ciò che sta accadendo DENTRO la striscia di Gaza, perché gli unici a filmare e fotografare sono i fotoreporter palestinesi che erano all’interno del territorio prima del 7 ottobre.

Ciò che vediamo, sui social ed in qualche magazine o testata online, sono le foto che ci tramettono loro. Ma queste foto non riescono da sole e rompere il silenzio su questa tragedia che si sta compiendo, ed il progetto UnMuteGaza vuole proprio fare questo: grazie ad artisti e creativi che si stanno proponendo spontaneamente, le fotografie dei fotoreporter acquisiscono una nuova vita nelle elaborazioni degli artisti aderenti al progetto.

Queste nuove opere e illustrazioni sono poi condivise gratuitamente sul portale e l’invito è di condividerle e stamparle anche in grande formato da chiunque per essere esposte nelle città del mondo intero.

Un unico segno di riconoscimento dell’iniziativa: il segno mute dei nostri telefoni, in mezzo all’immagine. L’obiettivo: togliere il silenzioso e break the silence.

In Italia ha aderito l’Associazione CheapFestival di Bologna, portando le immagini nei loro spazi sui muri bolognesi, e si iniziano a vedere anche in alcune pensiline bus a Roma.

Ora ti lascio con un po’ di silenzio, prima che il frastuono della settimana sanremese ci riporti alla vita di tutti i giorni.

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Ciao, sono Erica!
Ciao, sono Erica!

Mi occupo di tutti i progetti visivi di cui hai bisogno per comunicare. In questo blog racconto il mio sguardo sul mondo, gli stimoli grafici che osservo, parlo di comunicazione visiva, di strategie, e a volte anche di aspetti più tecnici.

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