dal blog PENSIERI GRAFICI

Newsletter #6 – Estate: Tempo vuoto e tempo di decantazione

Un orologio che scompare in mezzo ad un tessuto, la cover per la newsletter Pensieri Grafici 6 Estate 2021

Estate 2021: questa è la newsletter che ho inviato il 21 giugno 2021

Un orologio che scompare in mezzo ad un tessuto, la cover per la newsletter Pensieri Grafici 6 Estate 2021
Estate 2021: questa è la newsletter che ho inviato il 21 giugno 2021

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Quand’è l’ultima volta che hai “perso” tempo? E se l’hai perso, allora dove è andato?

Senza pensare di aver aperto una newsletter che parla di filosofia, ti assicuro che sei nei miei Pensieri Grafici, quella newsletter che esce ogni cambio di stagione e che parla di grafica e comunicazione, e creatività in generale.

Allora cosa c’entra il TEMPO?

Il tempo c’entra sempre, fa parte di tutto, fa parte del nostro tutto, e quindi fa parte anche di un argomento così lontano come quelli trattati in questa newsletter.

Spesso negli ultimi anni mi sono posta il problema del tempo, sotto tanti aspetti diversi, e poi mi sono focalizzata sul tempo vuoto, quello in cui non sai cosa fare, langui in quello stato tra la noia e il sonnacchioso. E mi sono accorta che quello è il tempo delle idee, in cui si generano o si organizzano: la famosa scintilla, è da lì che arriva! Progetti, loghi, siti web, newsletter, arrivano spesso dal tempo vuoto tra un task e l’altro della vita.

Questa cosa è difficile da spiegare: come si fa a giustificare che per consegnare quel lavoro devi aver bisogno di ore di testa vuota, per ottenere un buon risultato?

La tecnologia fa sembrare gli uomini delle macchine: esiste un tempo prefissato per fare tutto, e questo meccanismo applicato al mio lavoro mi dice che per fare un logo dovrei impiegare tot tempo, idem per un sito web, o impaginare un catalogo, o fare una strategia.
La competizione tra freelance ha fatto il resto: chi offre meno tempo per il risultato richiesto nel mercato del tutto e subito?

Manca il tempo vuoto, quello per pensare e generare nuove idee.

La pandemia ha accelerato tutto ciò, in cui le call si sono moltiplicate e bisogna giustificare perché per fare un lavoro ti prendi una settimana di tempo (quando tutti lo sanno che sei a casa perché non puoi uscire! E allora perché non stai lavorando?)
Sono sicura sia capitato anche a te, provocando quel leggero fastidio del “saranno xxx miei” ma poi non riuscendo ad uscirne.

Quello che non si racconta di un’idea creativa sono le ore di ricerca che si impiegano per far scattare le idee, il tempo per trovare la forma giusta di un pittogramma, le ore e ore per trovare le foto corrette che si accostino insieme nel progetto visivo e diano quel mood affine alle parole che accompagnano. Si vede solo il risultato, magari un’immagine statica che l’occhio umano interpreta in mezzo secondo.

Ne ho parlato in un intervento che ho tenuto sulla grafica qualche mese fa, in Rete al Femminile Torino: per quello speech dal titolo “Grafica per tutte: come creare un progetto visivo coordinato senza essere designer” ho individuato i magnifici 7, cioè quegli elementi imprescindibili da prendere in considerazione nel momento in cui si affronta un progetto grafico. Indovinate quale era l’ultimo dei magnifici 7? Esattamente lui, il tempo.

Tempo non solo per ragionare su un progetto, ma ho parlato anche del tempo che intercorre tra l’aver finito una bozza e riprenderla in mano: perché mica penserai che un progetto grafico si realizzi in un’unica sessione?!? Giammai!

Nel mio processo creativo, credo in quello di tutti i designer, è molto importante lasciar passare del tempo tra una bozza e la sua revisione, per lasciare “respirare” gli occhi e notare errori o semplici migliorie, dettagli millimetrici che non si possono vedere dopo ore al computer concentrati su una stessa immagine.

E serve anche, e soprattutto, per staccarsi dalla propria creazione e lasciarle prendere vita propria, capire “se funziona” in un contesto più generico: possiamo chiamarlo tempo di decantazione.

Il tempo è il mio generatore di idee, è il motore della mia creatività, e per questo lo rivendico, il più possibile, nei limiti dell’accettabile. Sempre tra una consegna e una call, ovviamente.

Se volete una piccola selezione di foto sul tempo ne ho raccolte alcune: sapete quanto è difficile individuare immagini che parlino di tempo senza mostrare un orologio? Impresa quasi impossibile. Le trovate qui, scaricabili gratuitamente come al solito grazie al buon Unsplash.

Il giusto tempo per scrivere e leggere: la newsletter

A proposito di tempo: quello lavorativo scorre in fretta, a volte non me ne rendo conto, e mentre sono qui a rivendicare più tempo per la generazione di idee, nell’ultimo anno e mezzo, dietro le quinte, mi sono specializzata nell’email marketing, sia dal punto di vista strategico che operativo: raccolta e gestione liste di iscritti, analisi strategiche e di flussi automatizzati, analisi visive e delle interazioni con gli utenti; ho sperimentato, a partire da questa mia newsletter, passando per diversi clienti, fino a creare tutorial specifici sull’uso di MailerLite per un corso di un’azienda di formazione.

Parlo di email editoriali e non DEM o pubblicitarie, poiché nel 2021 non sono molto favorevole a questo tipo di comunicazioni che è difficile distinguere dallo Spam (non ci credevo neanche 10 anni fa, ancora meno ora).

La Newsletter è uno strumento che mi piace, perché dà il giusto tempo alle parole: sia per chi le scrive, sia per chi le legge, senza la velocità di un feed in uno scorrere di dito. Forse per questo è entrata in modo così forte nei miei lavori degli ultimi mesi, e per questo ho creato un servizio dedicato e l’ho inserito all’interno della mia offerta lavorativa e delle mie consulenze ad hoc. È tutto in quel calderone che attualmente è il redesign del mio sito, che sta prendendo sempre più una forma organizzata… ma anche per questo ci vuole tempo!

Attualità e comunicazione sociale: il tempo di reazione dei dark pattern

Nella scorsa newsletter ho parlato di Pattern, oggi ti parlo del Dark Pattern, li conosci?
Non parliamo però di grafica, ma hanno molto a che fare con il mondo della comunicazione.

Si tratta di “interfacce digitali progettate ad arte per manipolarci, portandoci a compiere una determinata scelta o a compiere una certa azione. Pulsanti, certo, ma anche pop-up, checkbox e form.” (ne ha parlato recentemente Valerio Bassan nella sua newsletter Ellissi, e le sue parole mi sono sembrate una perfetta definizione).

Sto parlando di tutti quei sistemi adottati per renderci più difficile compiere una scelta in campo tecnologico, o suggerirci primariamente di compiere un’azione a vantaggio di chi la propone, anziché di che vuole farla.

Esistono diversi tipi di Dark Pattern, e se capisci quali sono ti accorgerai che sono ovunque: dal sito di e-commerce su cui hai acquistato recentemente, al sito del piccolo professionista che ha sbagliato (inconsciamente?) a proporti quel pop-up, a siti che strizzano l’occhio a piccolissime diciture per impedirti di disdire l’abbonamento, o almeno renderti l’operazione più difficile di quello che potrebbe essere.

I dark pattern permettono una riflessione sul concetto di comunicazione chiara, efficiente, ma soprattutto di progettazione etica e sociale. Per questo è importante per me parlarne, anche come atto di dichiarazione che NO, non utilizzo e non utilizzerò dark pattern per le mie Call to Action e i miei pulsanti all’interno della progettazione di un sito web.

Ancora non ti è chiarissimo il concetto? C’è un’unica cosa che DEVI fare: gioca a questo divertentissimo questionario e ne uscirai sicuramente con le idee più chiare (Attenzione! Gioco ad alto potenziale di fastidio e risate!)

Immagine di "Terms & Condition Apply" che appare sul sito https://termsandconditions.game/ appena si apre

Font: anche il tempo cambia i caratteri

Nella mia continua ricerca di nuovo (e diverso), i font sono uno degli elementi che più sta rispecchiando il tempo che cambia.

Ne parla Linkiesta, in questo articolo dedicato a come la pandemia ha influenzato i nuovi font delle multinazionali, riassumibile in questa frase dell’Economist «Per vendere una lavatrice in questi giorni hai bisogno di curve e grazie sgargianti sulla tua “g”».

Lo fa Microsoft, che ha deciso di cambiare il carattere standard Calibrì dopo 14 anni di onorato servizio con un nuovo font, ancora in via di definizione.

E in misura molto più piccola lo sto facendo anche io, raccontando in un viaggio virtuale nel mondo della progettazione grafica e dei font, l’Alfabeto del progetto grafico secondo me, raccontando sui miei canali social di Instagram e Linkedin gli elementi fondamentali per realizzare un progetto di graphic design, associando ad ogni elemento alcuni dei font più interessanti e particolari in circolazione oggi.

Alcune lettere dell'Alfabeto del progetto grafico
Alcune lettere del mio Alfabeto del progetto grafico

Non solo, per il redesign del mio sito ho fatto un ragionamento in più, ho cercato e scelto un font molto particolare, un font ad Alta Leggibilità che può aiutare persone con difficoltà di lettura come la dislessia: sarà Biancoenero® font (sì, proprio quello che stai leggendo in questo articolo sul mio sito!) ad accompagnare la lettura sul mio nuovo sito web ancora in fase di lavorazione, carattere disegnato dal graphic designer Umberto Mischi, con la consulenza di Alessandra Finzi (psicologa cognitiva), Daniele Zanoni (esperto di metodi di studio in disturbi dell’apprendimento) e Luciano Perondi (designer e docente di tipografia all’ISIA di Urbino). Tutto ciò grazie alla gentile concessione dell’editore, che ha apprezzato nel mio progetto la volontà di divulgare una riflessione su questi temi della comunicazione visiva, concedendomi l’uso gratuito del carattere: una cosa che mi ha reso molto orgogliosa e felice.

Libri che lasciano il segno

A proposito di tempo oggi segnalo 3 letture sul tempo e cose belle.

Pietro Minto (Blackie Edizioni – IT)

Come annoiarsi meglio

A proposito di tempo, non potevo che suggerire questo libro appena uscito dalla fresca casa editrice Blackie Edizioni, attualmente in fase di lettura proprio in questi giorni: suggerisce fin dalla (bellissima) copertina “…una guida per riprendere il controllo del proprio tempo libero”. Si tratta di un saggio quasi manuale pratico per riprendere il controllo della propria mente e del proprio tempo attraverso la noia, quella risorsa unica umana che app, tecnologia e strategie di comunicazione ci stanno togliendo.
Il migliore augurio che possa farvi per questa estate.

Mafe de Baggis (EDAE – IT)

Libera il futuro. Quindici lezioni dal digitale per migliorare il nostro mondo.

Cosa significa emergenza e come si comunica? In un periodo storico in cui siamo in un’emergenza perenne, quale è il ruolo che il design della comunicazione può ricoprire? Lo indaga questa pubblicazione, illustrando una serie di progetti e tracciando riflessioni sull’importanza del progetto e del designer come soggetto in grado di mettersi in gioco in prima persona con la sua progettualità per la risoluzione di nuove esigenze e problemi emergenti.

Redazione del post (Iperborea – IT)

Cose spiegate bene

Beh, che il mio quotidiano preferito facesse una rivista/libro è stata una vera sorpresa: affossata da notifiche e mail di lavoro mi ero persa questa chicca realizzata dal Post e di cui prontamente un’amica mi ha scritto su WhatsApp (lei dalla Svezia lo sapeva già!). È un libro/rivista che parla di libri progettato da un magazine ed edito da una casa editrice di libri/riviste: praticamente l’Inception* della scrittura. Realizzata sul formato “The Passenger” edito da Iperborea, Il Post ha portato l’ormai decennale sua inclinazione a spiegare le cose bene in questo nuovo contenitore di carta.

Titoli di coda: un cerchio che si chiude

Quindi, in un cerchio perfetto che si chiude, hai voglia di raccontarmi quando è l’ultima volta che hai perso tempo?

La mia ultima volta è stata qualche settimana fa, quando mi sono imposta di non programmare il mio tempo e goderne da sola, senza aver messo in agenda nulla se non un generico no-work dalle 8 alle 20 in giorno infrasettimanale per ricordarmi di non lavorare.

In quella giornata in cui ho inforcato i miei occhiali, il costume, la mia macchina, 2 libri e una crema solare, mi sono dedicata a ore di nulla al mare da sola… e mi è venuto in mente il testo di questa newsletter, che ho abbozzato di getto mentre 2 turisti tedeschi davanti a me giocavano a racchettoni.

p.s.: Piccola storia del tempo di questa newsletter, ovvero quanto tempo impiego a scriverla e perché esce solo una volta ogni 3 mesi:

Ideazione main topic: verso marzo 2021 (momenti sparsi nei miei pensieri)
Raccolta fonti: aprile e maggio 2021 (momento sparsi nelle mie navigazioni sul web)
Scrittura incipit e chiusura: 28 maggio 2021 – ore 16-17,30 (in una spiaggia della Liguria)
Affinamento e ricerca fonti visive: 1 giugno 2021 – ore 5,30-7,00 (letto, mattina insonne)
Scrittura rubriche: 11 giugno 2021 – ore 11,00-14,00 (alla mia postazione lavoro)
Impaginazione: 18 giugno 2021 (a Faenza in una 4 giorni di chiacchiere e relax)

p.p.s.

Sempre a proposito di tempo, se ti piace il cinema puoi guardare i film di Christopher Nolan, quasi tutti declinati sul Tempo, in cui lo esamina e lo contorce fino a non capirci più nulla, o forse scoprire il segreto per capirci tutto. Recuperali al cinema, almeno l’ultimo, Tenet, l’unico che credo di aver capito tutto dall’inizio alla fine in una concentrazione particolare, per smentire Andrea che mi sbeffeggiava di non capire Nolan… o forse no. Ma dovreste smentirmi.

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Ciao, sono Erica!
Ciao, sono Erica!

Mi occupo di tutti i progetti visivi di cui hai bisogno per comunicare. In questo blog racconto il mio sguardo sul mondo, gli stimoli grafici che osservo, parlo di comunicazione visiva, di strategie, e a volte anche di aspetti più tecnici.

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