dal blog PENSIERI GRAFICI

Serie tv grafiche

Anche le vostre serie tv preferite hanno una (anima) grafica

Anche le vostre serie tv preferite hanno una (anima) grafica

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Oggi dismetto i panni della designer più seria e mi accomodo sul divano a guardare lo schermo: vi parlo di serie tv!
Avete mai fatto caso a quanti elementi grafici, più o meno spiccati e visibili, ci sono in una serie tv?
Come deformazione professionale spesso mi cade l’occhio su questi aspetti, che a parer mio arricchiscono la narrazione e contribuiscono e rendere riconoscibile, a volte di successo, una serie tv.

La grafica c’è e non si vede

La maggior parte delle volte, la grafica c’è e non si vede: si tratta delle sigle, dei titoli di coda, degli elementi presenti nelle scene che compongono l’ambientazione del narrato.
Capita in tutte le serie tv, ma è così “naturale” (a volte anche banale, diciamolo pure) che non si percepisce.
La fotografia e la ripresa video la fanno giustamente da padrona, anche se un semplice filtro fotografico applicato in post produzione rende riconoscibile il racconto e ne delinea lo stile visivo.

Avete presente “C.S.I. – Scenda del Crimine” e le varie declinazioni? Da Las Vegas a Miami a NY, la scelta della “luce” e dei colori delle scene, sapientemente ritoccati attraverso l’uso di filtri in post-produzione, rendono estremamente identificabili i luoghi e l’ambientazione.

Altre volte, invece, vengono utilizzati elementi che diventano fondamentali per costruire il mood visivo di una serie tv. E qui nascono gli esperimenti più interessanti.

Ho provato a classificare i diversi interventi grafici, individuati negli ultimi anni guardando serie tv (ovviamente questo è il frutto di ore e ore di ricerca visiva su Netflix, Amazon Prime, Infinity, Sky, Rai e Mediaset … ho dimenticato qualche abbonamento? 😜)

Contenuti grafici in una serie tv 

Mad Man

(7 stagioni su Netflix, ancora per poco!)

Mi piace vincere facile, la serie tv ambientata negli anni ’60 in uno studio pubblicitario di New York mostra i bozzetti tipici delle presentazioni dell’agenzia, gli schizzi durante i brief, e anche l’archivio di raccolta di tutte le proposte presentate negli anni.

La serie tv ci racconta strategie di comunicazione (dove il cliente ha sempre ragione.. o forse no), le riunioni di brief per farsi venire un’idea, gli sketch illustrati tipici delle adv di quegli anni, e la stessa sigla tv presenta illustrazioni in movimento dello stile dell’epoca, prediligendo un contenuto disegnato ai personaggi del racconto.
Fin dal primo fotogramma si percepisce che il focus della serie è il racconto di cosa succede in un ambiente pubblicitario di tendenza del periodo d’oro della pubblicità
(*spoiler*: col passare delle puntate c’è una virata sulla vita dei personaggi e purtroppo la vita d’agenzia passa un po’ in secondo piano)

Sigle grafiche di una serie tv 

Oltre alla già citata Mad Man, negli ultimi 5 anni è diventato trendy, per le sigle delle serie tv, un effetto visivo chiamato “doppia esposizione”, che sovrappone due scene o elementi grafici, facendole vivere una all’interno dell’altra. Troviamo questo stile in serie tv americane, italiane, Franco-belghe e svedesi (solo tra quelle che ho visto io). L’originale però è una.

True Detective

(3 stagioni, su Sky e now Tv, ogni stagione una vicenda e protagonisti differenti)

È la serie che ha lanciato questo stile per la sigla, accompagnata da una colonna sonora cantata con voce roca che ben si adatta al contesto anche delle vicende narrate.
È indubbiamente la più bella, e forse la meglio riuscita, tra questo tipo di sigle, poiché mixa con la doppia esposizione il volto dei personaggi con alcune scene clou della serie.

Rocco Schiavone

(3 stagioni, su Rayplay, in attesa che l’autore dei romanzi ne pubblichi di nuovi per ricavarci nuovi episodi)

Una menzione particolare però va anche a Rocco, il mio amato vice-questore di Aosta. Nella sigla iniziale si ripropone la doppia esposizione visiva, arricchita però da un effetto acquarello/misto neve che introduce l’ambientazione della narrazione. 

Tredici

(3 stagioni, su Netflix, possono bastare)

In questo caso la sigla ci riporta tramite disegni al mondo adolescenziale dei protagonisti e alle scritte sui diari. Lo stile dell’illustrazione riporta quasi ad un’immaginario anni ’80, anche se la serie è ambientata ai giorni nostri e tratta di temi molto attuali come il bullismo.

I loghi di una serie tv 

Parliamo di sigle ma non possiamo dimenticare i loghi, creati apposta per una serie tv.
A volte sono quelli della sigla, che identificano la serie stessa, a volte quelli di un’ambientazione particolarmente importante per la storia. Dietro questa scelta editoriale, c’è un grafico che ha ideato un logo per un prodotto “serie tv”, spesso quando ancora non era scoppiato il boom dello streaming che ha portato un incremento pazzesco della produzione di serie tv, rendendole di fatto un prodotto confezionato che va oltre i semplici episodi realizzati.

Grafismi nella narrazione

In altre occasioni gli interventi grafici invece sono interni al girato, e servono a delineare uno “stacco” temporale della storia.

Black Earth Rising

(1 stagione sola, su Netflix)

In Black Earth Rising i ricordi della protagonista (una ragazza africana adottata a seguito del genocidio avvenuto in Ruanda) si animano in fumetti disegnati dal tratto veloce ma intenso, pennellate in bianco nero, diventano gli incubi in cui sprofondare e la memoria di un popolo e di una bambina.
Questo stratagemma, usato nella narrazione, carica emotivamente lo spettatore, e l’uso del disegno animato in questo caso suggerisce l’orrore del racconto, togliendo la crudezza della ripresa video e lasciando solo l’immaginazione.

La storia, nel senso del plot della serie ma anche della realtà storica africana, è di difficile narrazione, e ho apprezzato particolarmente l’intervento grafico che con la sua delicatezza ha in realtà dato forza al racconto.

Spy

(1 stagione sola, su Netflix, tratta da una storia vera)

Spy è una mini serie di quelle che si guardano in una giornata. E quello che colpisce è decisamente la trama di spionaggio delle vicende raccontate. Ma ci sono alcuni momenti lirici in cui scritte e font si animano sopra le immagini, durante il racconto, in stili diversi a supporto del significato e del parlato: il protagonista e la moglie vivono vite lontane, e le lettere che si spediscono ci vengono illustrate attraverso testi con diversi font che appaiono sopra il girato.

Anche in questo caso l’intervento grafico funge da trait-d’union per un salto geografico nella storia, oltre che per dare profondità e sentimenti ad una parte del personaggio, quella più vera e nascosta.

Grafismi nella narrazione

L’apice dell’utilizzo della grafica animata si raggiunge con le serie/cartoni di animazione o le Anime Giapponesi, tipicamente realizzati in grafiche animate 3d.

In questo ammetto la mia poca conoscenza del settore, ma mi limito a citarne una, la più interessante a mio parere.

Love Deaths Robots

(1 stagione, su Netflix)

Questa serie, il cui logo è reso graficamente come ❤️❌🤖 LOVE DEATH + ROBOTS, è interessante perché raccoglie diversi stili di grafica 3d, illustrazioni e anime, diversi per ciascun episodio della serie.

E voi, appassionati di serie tv, ne avete altre da segnalarmi che vi hanno colpito particolarmente per l’uso della grafica?

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Ciao, sono Erica!
Ciao, sono Erica!

Mi occupo di tutti i progetti visivi di cui hai bisogno per comunicare. In questo blog racconto il mio sguardo sul mondo, gli stimoli grafici che osservo, parlo di comunicazione visiva, di strategie, e a volte anche di aspetti più tecnici.