dal blog PENSIERI GRAFICI

Newsletter #7 – Autunno: veloce come il vento

Una strada con l'indicazione di svolta a destra

Autunno 2021: questa è la newsletter che ho inviato il 22 settembre 2021

Una strada con l'indicazione di svolta a destra
Autunno 2021: questa è la newsletter che ho inviato il 22 settembre 2021

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Fermi tutti: siamo al 22 settembre 2021, inizio dell’autunno. Ma dove è finita l’estate? La mia estate, la mia stagione preferita? Quella dell’acqua, dei libri, dei viaggi, del sonno? Chi mi ha rubato l’estate?

Questi mesi sono volati. Forse non per tutti, ma per me l’estate dura sempre poco, è troppo veloce, e io ad inseguire una giornata che mi ruba sempre qualche minuto al tramonto.

Ora che cerco di riappacificarmi con l’arrivo di una stagione che mi piace solo per il foliage, rifletto sulla velocità (o la lentezza, dipende da dove guardiamo) anche nel mondo della comunicazione.

Non trovate anche voi che stia tutto diventando veloce, velocissimo, rapidissimo e zac! È già passato. Perso.

Come l’ultima storia di Instagram. Il video di un reel. La sponsorizzata di un corso o un prodotto. Non parliamo delle Adv prima di un video di YouTube, pochi secondi di concentrazione.

Veloce come un corso per diventare professionisti di marketing-qualcosa che promette tutta la conoscenza per diventare pro in solo 10 ore, 5 ore, 2 ore… chi meno ne ha faccia un fischio! Una nuova professione in sole 10 ore: e pensare che sarebbe giusto giusto il mio tempo ideale per una notte rigenerante di sonno!

Esisteva un tempo, neanche troppi anni fa ma prima che io nascessi, che una pubblicità durava interi minuti, 2 minuti e 15 secondi per la precisione per un singolo spot pubblicitario. Che poi, più che spot era un racconto, un piccolo film a cui seguivano 30 secondi di coda in cui si poteva far vedere il prodotto da pubblicizzare. Si chiamava Carosello ed era lo spettacolo ideato e trasmesso dalla Rai per bimbi e adulti prima di spegnere la tv e andare a letto.

[Per i nostalgici o per chi non li hai mai visti, qui avete una playlist delle pubblicità più conosciute.]

Come siamo passati da 2,15 minuti (135 secondi) a soli 3/4 secondi? Inutile dirlo, gli ultimi anni sono stati un forward continuo che ha velocizzato tutto, compresa la comunicazione, le pubblicità, gli stili grafici.

E se si tornasse al format del carosello anche sui media odierni? Immaginate una storia Instagram così: 14 secondi di racconto senza assolutamente parlare del prodotto + 1 secondo in cui ti faccio vedere il prodotto… non sarebbe bellissimo?

Nella grafica, ogni anno cerco di individuare e rimanere aggiornata sui trend visivi, capire la direzione in cui va il Visual, per proporlo nei miei progetti (se possibile) ma soprattutto per intuire da che parte va il mondo.

Mi sono resa conto però come gli stili scorrano veloci, anche lorodurano una manciata di mesi e poi si passa a qualcosa di diverso: ripenso alla storia dell’arte e della comunicazione visiva, a come uno stile potesse caratterizzare anni interi (avete presente le grafiche in Stile Liberty, durate quasi 20 anni a cavallo del 1900 e che si sono trasformate poi in Art Deco per i successivi 10 anni?). Parliamo di cambiamenti a volte minimi, una lenta trasformazione che attraversa i decenni.

E poi arriviamo al 2000, e inizia un vortice in cui gli stili si modificano annualmente, e poi mensilmente, e si ritorna al vintage, e poi al futuristico, e poi al classico, e poi…

Per non parlare del mondo della comunicazione e della formazione: rimango sempre sconvolta dal modo in cui si cerchi di andare sempre più veloce anche in questo campo. Qualche tempo fa ho scoperto che esiste un sito che propone la lettura o ascolto di un libro di business come un concentrato: “impari le idee chiave dei migliori saggi al mondo, in testi o audio di 20 minuti“. Ovviamente per migliorare la tua vita e il tuo lavoro.

Ma è possibile anche solo pensare di capire un libro in 20 minuti e credere di conoscerlo? Quale è il senso di tutto ciò? “Leggere” di più? Imparare di più? E la velocità è il miglior mezzo a disposizione?

Anche nella moda si è aperto un dibattito, da qualche anno, in merito alla velocità e alle conseguenze del fast-fashion: me lo ha ricordato questo articolo di Siamomine, in cui nella sua “guida definitiva ai migliori brand sostenibili italiani” ha proposto un marchio che propone capi a-seasonal, senza tempo e fuori dai dettami di velocità e consumo del fashion system, e un altro la cui filosofia fondante è quello della fabbrica lenta. Una riflessione che non si esaurisce certo in poche righe, ma che fa del concetto di velocità/lentezza uno degli sguardi sul mondo più interessanti della nostra attualità.

Io stessa ne sono vittima e carnefice, inutile nascondersi dietro a uno schermo: solo 3 anni fa di questi tempi costruivo il mio personale sito web. A distanza di 2 anni avevo già deciso di rifarlo e ora che sono nel terzo lo sto ricostruendo, sto cambiando stile visivo modificando colori, visual delle immagini, ma soprattutto l’ho riprogettato da zero, ricostruito da una pagina totalmente bianca ed ho richiesto un intervento SEO importante. Ne sarò soddisfatta abbastanza a lungo per superare i prossimi 3 anni? Vedremo, del resto il sito non è ancora ufficialmente nato, e io sento di essere una persona ancora in cambiamento, in ricerca… vedremo quanto durerà! 

Instagram che vale la pena: libribelli_books

Anteprima del profilo Instagram di @Libribelli_books
Dopo essere stata assente per qualche numero, torna la rubrica sui profili Instagram che vale la pena seguire. Come avrai intuito, la lettura e l’oggetto libro mi interessano particolarmente, ed è così che navigando tra gli # (o era forse leggendo una newsletter o un blog?) sono capitata sul profilo @libribelli_books, che parla di libri belli. Certo, direte voi, ne esistono di libri belli: la storia raccontata, lo stile del linguaggio, la caratterizzazione dei personaggi… certo, ma questi sono libri visivamente belli. Libri vintage, copertine illustrate e disegnate, interni curati di libri d’epoca. Una ventata di bellezza per gli occhi!

Anche il tempo cambia i caratteri

Esemplificazione del font Climate Crisis

Esiste un font nato con un’esigenza specifica: no, non quella di fornire un segno grafico per la lettura di un testo, ma per offrire uno spunto di riflessione sul cambiamento climatico. Si tratta di Climate Crisis ed è un carattere creato dall’Helsingin Sanomat, un quotidiano finlandese molto diffuso nei paesi nordici, che ha ideato un carattere variabile OpenType per aiutare le persone a vedere l’urgenza del cambiamento climatico in una forma più tangibile.

Il peso del carattere risponde ai dati del ghiaccio marino artico del NSIDC (National Snow and Ice Data Center) dal 1979 al 2019 e alla previsione fino al 2050, mostrando come si prevede che il ghiaccio si riduca a causa del cambiamento climatico in base alle previsioni attuali. Il design del font si basa sui dati del National Snow and Ice Data Center (https://nsidc.org) e sulle previsioni fornite dall’IPCC (https://www.ipcc.ch/srocc/).

Potete trovare l’animazione, impressionante direi, sul sito dell’iniziativa.

Real-time communication: i Graphic Days a Torino

Il banner d'ingresso dei Graphic Days 2021 di Torino

Questa newsletter, con la sua periodicità molto slow, non riesce mai a fare real-time communication e narrare ciò che avviene oggi, nel qui-e-ora. Tranne questa volta: oggi che parliamo di velocità vi consiglio di andare a vedere ancora per qualche giorno i Graphic Days a Torino, nella sempre bella cornice di Toolbox Coworking. Una riflessione sullo stato della comunicazione visiva ad oggi all’interno del festival nato ormai da qualche anno e che visito sempre con molto piacere.

Per una volta, se siete veloci, riuscite a guardarlo in diretta anche voi: visitabile fino al 26 settembre. E se ve lo perdete live, trovate la mia selezione nelle Stories salvate in evidenza su Instagram.

Libri che lasciano il segno

A proposito di tempo oggi segnalo 2 letture: una nostalgica e una necessaria per il nostro tempo.

Copertina del libro "Storia della pubblicità in Italia dal 1945 a oggi", Autore Gianluigi Falabrino, Ed. Carocci,

Gian Luigi Falabrino (Carocci – IT)

Storia della pubblicità in Italia dal 1945 a oggi

Un libro scritto dal mio caro professor Falabrino, che ho prima studiato e poi insegnato e infine interrogato nel Corso di Storia della Comunicazione a PoliTo in cui affiancavo il Prof… un vita fa! Ricordo ancora con passione i suoi racconti degli anni in cui si sviluppava la nuova pubblicità dagli anni ’50. Il libro è un bel sunto delle sue riflessioni ma soprattutto della storia, ricca di aneddoti, cause e conseguenze politiche della Storia d’Italia.

Copertina del libro "First things first", autore Daniela Piscitelli, Ed ListLab

Daniela Piscitelli (ListLab – IT)

First Things First. Comunicare le emergenze

Cosa significa emergenza e come si comunica? In un periodo storico in cui siamo in un’emergenza perenne, quale è il ruolo che il design della comunicazione può ricoprire? Lo indaga questa pubblicazione, illustrando una serie di progetti e tracciando riflessioni sull’importanza del progetto e del designer come soggetto in grado di mettersi in gioco in prima persona con la sua progettualità per la risoluzione di nuove esigenze e problemi emergenti.

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Ciao, sono Erica!
Ciao, sono Erica!

Mi occupo di tutti i progetti visivi di cui hai bisogno per comunicare. In questo blog racconto il mio sguardo sul mondo, gli stimoli grafici che osservo, parlo di comunicazione visiva, di strategie, e a volte anche di aspetti più tecnici.

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